A cura di Fabio Venezia, Francesco Salerno e Nicola Salerno
GLI AVVERSARI – “Voglio portare il Pavia in B e 100mila turisti a Pavia e nella sua provincia”. Così Xiadong Zhu, presidente del fondo Pingy Shanghai Investment, nell’estate scorsa all’indomani dell’acquisto della società lombarda. Non sappiamo se turisti cinesi abbiano invaso il Pavese ma di certo il sogno Serie B è tuttora vivo. Gli azzurri hanno in parte confermato le attese della vigilia, concludendo la stagione regolare al terzo posto a quota sessantotto punti, a nove lunghezze di svantaggio dalla battistrada Novara ad a tre di vantaggio sull’Alessandria, quinta in classifica e grande delusa del girone A.
In panchina siede da una manciata di giorni Giovanni Vavassori, ex tecnico di Atalanta, Genoa e Cesena che si è rimesso in gioco a distanza di cinque anni dall’ultima esperienza come allenatore (a Verona in Prima Divisione). Vavassori ha preso il posto di Riccardo Maspero, sollevato dall’incarico a sorpresa all’indomani del pesante KO di Como (0-3) alla penultima giornata di campionato. Il Pavia ha fatto benissimo tra le mura amiche, dove ha collezionato tredici vittorie, quattro pareggi ed appena due sconfitte, mentre lontano da casa gli azzurri hanno vinto sei volte, pareggiato otto e perso a Novara, Mantova, Lumezzane, Cremona e Como. Cinquantotto le reti complessivamente messe a segno (miglior attacco del girone A assieme al Novara) ma sono tante anche quelle subite (quarantatre, ventitré delle quali in trasferta).
Dal punto di vista tattico Vavassori dovrebbe puntare su un classico 4-4-2, accantonando il 3-4-2-1 utilizzato da Riccardo Maspero per tutta la stagione. Tra i pali ci sarà Davide Facchin, 28enne cresciuto nel settore
giovanile del Milan.
Per il ruolo di terzino destro probabile l’impiego dal primo minuto del 26enne Denny Cardin, a sinistra spazio invece ad Alessandro Angelotti. Al centro della difesa prenderanno posizione Antonio Marino, 26enne prelevato a Gennaio dal Venezia, e l’esperto Matteo Abbate. Dovrebbero inizialmente accomodarsi in panchina il 35enne Dario Biasi, Andrea Cristini ed il classe ’82 Rocco Sabato, nativo di Potenza che in passato ha vestito le maglie di Pisa, Empoli, Catania, Cesena e Cagliari.
In mezzo al campo Vavassori ha a disposizione il centrale Andrea Rosso, il 31enne Alex Pederzoli, in passato anche ad Ascoli, Gallipoli, Padova e Crotone, ed il centrocampista offensivo Federico
Carraro. Lungo le corsie esterne ballottaggi a destra tra Pietro Cogliati e Luca Ghiringhelli ed a sinistra tra Alessandro Corvesi e Samuele Sereni.
Il reparto avanzato pavese è di categoria superiore. Il bomber azzurro è Andrea Ferretti, sedici reti e tre assist in trentuno presenze, ma occhio anche ad Alessandro Cesarini, undici reti in campionato, Andrea Soncin, esperto classe 1978 andato in gol dieci volte quest’anno, e Mattia Marchi.
SUGLI SPALTI – Non possiamo sapere se a causa della tessera del tifoso Ultras fedeli al Pavia saranno presenti al «XXI Settembre – Franco Salerno», di sicuro però, la tifoseria azzurra vanta buona tradizione che merita un approfondimento.
La città lombarda condivide con Matera l’anno di nascita del tifo organizzato: anche a Pavia infatti il primo nucleo di ultras nasce ufficialmente nel 1978 con Vivai Ultras e Commando. Erano i tempi in cui anche nelle città di medie dimensioni gruppi di ragazzi si staccavano dai club per dare vita a nuove realtà che avrebbero preso in mano le curve e le gradinate di tutta Italia.
Allo stadio «Fortunati» nacquero nei primi anni Ottanta parecchi gruppi ma tra di essi gli Indians, conosciuti anche come Indiands Rebels (dal nome del gruppo predecessore) o Indians Fighters, sarebbero diventati il gruppo trainante della curva pavese.
Altri nomi storici dell’epoca erano comunque anche Gioventù Azzurra e Ultrà Pavia i cui grossi striscioni facevano bella mostra nella curva sud dello stadio pavese, con effetto visivo abbastanza d’impatto visto lo stile all’inglese dell’impianto. Altra sigla storica, quella dei W.B.S. che indicava i White-Blue Supporters.
Anche se i gruppi storici oggi non esistono più e i numeri non sono più quelli di un tempo, a Pavia continua a perdurare una presenza di tifo organizzato: oltre ai Ticinum Papiae infatti, altri ragazzi frequentano la curva con pezze piccole e medie all’inglese e altro materiale con richiami generali alla città e alla squadra.
Le principali rivalità del Pavia sono Piacenza, Novara, Alessandria, Voghera (chi se li scorda i continui cori di ostilità della tifoseria rossonera verso Pavia, intonati durante la finale di Coppa Italia di Serie D 2010 sia a Matera che a Voghera?), Brescia e Varese.
Tra le amicizie vanno citate quelle con le tifoserie di Poggibonsi e della Reggiana.
I PRECEDENTI – nessun precedente disputato sinora tra Matera e Pavia.