Intervista a cura di Nicola Salerno
Bellomo, al centro dell'immagine, abbraccia i compagni dopo un gol. Si riconoscono D'Oriano, semicoperto da Bellomo, Piochi, e di spalle con il numero 3 Incarbona e con il numero 2 Onofrio Chiricallo |
Nino Bellomo, talentuoso centrocampista barese classe 1965, ha giocato nel Matera nel campionato di Serie C2 1984-85.
Cosa ricordi maggiormente della stagione che hai trascorso a Matera?
Sono arrivato a Matera diciannovenne dopo un'esperienza non proprio positiva con il Bari. Mi è rimasto impresso il presidente Salerno quando mi chiamava campione, ma anche quando si arrabbiò con me che reclamavo qualche stipendio arretrato (anche allora i problemi economici non mancavano): «Ti ho dato tutto!» - mi disse quando insistevo nel reclamare. In quella squadra c'era gente di esperienza come Tonino La Palma, Gigi De Canio, Michele Sassanelli, tutti calciatori che avevano giocato a certi livelli e che a me giovanissimo sembravano dei mostri, nonostante provenissi dal Bari; all'epoca c'era molta educazione e rispetto verso i più grandi, e così avevo un certo timore reverenziale verso di loro. Ricordo che una volta Gigi insieme al mister Giannattasio mi aspettarono sotto casa per vedere se rientravo in orario la sera. Eravamo un bel gruppo, spesso andavamo al cinema insieme, io ero in casa con Bottalico e Marcello Chiricallo, e poi ricordo Luca Piochi, Gigi Mattarollo, e gli altri veneti (Trevisan, Bertoia e Lazzara) prelevati da un giovanissimo diesse alle prime armi, Nicola Salerno. Quando arrivai a Matera Giannattasio mi disse che avrei dovuto adattarmi in un altro ruolo, dato che nel mio (io facevo il metodista) giocava Michele Sassanelli, e così riuscii ad adattarmi e spesso giocai da mezzala sinistra, arrivando a 18 presenze. Ricordo anche quando l'Udinese, che doveva giocare a Bari, si allenò a Matera, tutti volevamo fare una foto con il grande Zico, e la mia fu scattata da Franco Mancini; e Franco Selvaggi, che si allenò anche un po' insieme a noi, si stupì della nostra grande velocità, lui abituato ad un calcio di livello superiore più tecnico ma meno aggressivo. Quell'anno fu molto positivo, mentre in seguito ebbi qualche incomprensione con la società: la stagione successiva partii per il militare ed andai in prestito alla Frattese, poi quando tornai a Matera mi fecero delle proposte che non accettai e così mi trasferii a Fasano, malgrado fossi infortunato.
Raccontaci in breve le principali tappe della tua carriera calcistica.
Bellomo a centrocampo insieme a De Canio |
A Fasano giocai nel campionato Interregionale, mentre la tappa sicuramente migliore della mia carriera arrivò quando avevo 25 anni. Giocai in serie C1 con la Campania Puteolana, fu una bellissima esperienza, un altro mondo a livello professionistico, compagni che avevano giocato anche in serie A; purtroppo però ebbi dei problemi familiari, e così a fine stagione decisi di riavvicinarmi a casa, tornando a giocare in serie D. Ho smesso a 41 anni, facendo il giocatore/allenatore a Conversano, ed oltre all'età ho deciso di smettere quando mi sono reso conto che il calcio di una volta, quello come lo intendevo io, era finito.
Di cosa ti occupi attualmente nel mondo del calcio?
Faccio l'istruttore della scuola calcio Intesa Clipper De Palo a Bari, poi da qualche tempo in settimana alleno anche gli over 40. Qualche volta vado a vedere le partite ma piuttosto saltuariamente negli ultimi tempi. Noto una grande differenza di qualità in peggio nel calcio di oggi rispetto al calcio di un tempo, anche tra i più giovani un ragazzo che ai miei tempi sarebbe stato considerato soltanto discreto oggi è un elemento di spicco. Il livello medio del gioco del calcio è purtroppo peggiorato vistosamente.
Vuoi fare un augurio per i prossimi impegni che attendono il Matera Calcio?
Matera è una piazza attrezzata, mi fa sempre piacere quando una mia ex squadra ha programmi ambiziosi ed ottiene risultati di rilievo. Il Matera meriterebbe il salto di qualità, e sarei molto felice ed orgoglioso se riuscisse a ritornare in serie B.