Intervista a cura di Nicola Salerno
Fabrizio Liberti, romano classe 1972, centrale difensivo di grande personalità e temperamento e capitano del F.C. Matera nel campionato di serie D 2005-06, ci racconta la sua carriera calcistica e la sua esperienza materana.
Fabrizio, a Matera sei stato il capitano di una squadra che ha avuto momenti difficili ma alla fine ha raggiunto la salvezza, come è andata quella stagione?
Matera è per me un bellissimo ricordo, sebbene quell'anno fu pieno di alti e bassi. Arrivai tardi in quanto inizialmente avevo un accordo di massima con il Savoia, poi invece dopo Ferragosto trovai l'accordo definitivo con il Matera e allungai la strada da Torre Annunziata per arrivare in Basilicata; senza un minimo di preparazione atletica cominciai subito a giocare, dopo pochi giorni infatti c'era già la prima gara di coppa Italia, l'allenatore era Condemi che però andò via molto presto, e complessivamente in quella stagione giocai oltre quaranta partite tra campionato e coppa. Fui subito stregato da città e ambiente, entrai in punta di piedi ma il feeling con Matera ed i suoi tifosi fu immediato; nel corso dell'anno facemmo iniziative carine anche fuori dal campo, come ad esempio portare gli auguri di Natale ai bambini dell'Ospedale oppure andare a donare il sangue, cosa che proposi io ed a cui parteciparono molti compagni di squadra. Malgrado le difficoltà societarie, i tifosi capirono che feci del mio meglio per il bene della squadra e della città; per fare il calciatore in una piazza come Matera bisogna dare tutto per la maglia. Misi a segno anche qualche rete in quel campionato, ricordo in particolare il gol segnato a Monopoli dove vincemmo per 2-1 ed il gol di testa segnato sempre contro il Monopoli nel girone di ritorno, quando pareggiammo per 1-1. In quella squadra giocava anche un giovane Saveriano Infantino, che seguo con affetto e che quest'anno mi ha promesso la sua maglia. Mi dispiacque molto andar via l'anno successivo, avrei voluto persino prender casa a Matera, ma la situazione societaria non permise che io restassi.
Prima del tuo approdo nella città dei Sassi avevi giocato per molti anni ad Aprilia, quali sono state le parentesi più belle della tua carriera?
Ad Aprilia ho giocato per cinque anni da capitano, mettendo a segno oltre trenta reti da difensore centrale. Prima di Aprilia ho giocato a Cassino ed a Cisterna, dove in tre anni ho totalizzato 100 presenze segnando oltre 20 gol. Prima ancora ci sono le esperienze in serie C con Lodigiani, Campobasso, e qualche presenza a Catanzaro. Dopo Matera invece andai ad Eboli e successivamente a Pomigliano per due anni ed a Latina. Gli anni più belli li ho vissuti indubbiamente a Matera, Aprilia, a Cisterna di Latina con la Pro Cisterna ed a Pomigliano, tutti posti dove mi sono trovato benissimo.
Oggi sei tra i paladini di una campagna contro un malcostume che ormai dura da anni, "Io non porto lo sponsor", ci racconti di cosa si tratta?
Questa protesta è nata quasi per gioco, dopo che mi hanno chiesto soldi per allenare in serie D. Ho visto settori giovanili dove regna l'incompetenza di gente improvvisata, bambini nei cui occhi non vedo più la luce che c'era nei miei quando giocavo alla loro età che smettono a 10-12 anni per colpa di tecnici impreparati, che non sanno insegnare calcio e non sanno trasmettere loro la passione. A mio avviso ci vorrebbe molta più vigilanza ed una selezione ferrea nel dare i patentini da allenatore; un tecnico che non è preparato per il suo ruolo ed allena solo perchè porta lo sponsor fa sicuramente danni in una prima squadra, dove tuttavia ci sono calciatori già formati che possono anche riparare almeno in parte alle sue mancanze, ma fa ancora più danni in un settore giovanile, cosa può insegnare ai bambini? La mia protesta è diventata subito virale e sono stato affiancato anche da un associazione di direttori sportivi di Roma presieduta da Alfonso Morrone, da agenti FIFA, tifosi e calciatori, tra cui anche calciatori di serie A. Per me vedere gente come Ciccio Baiano o Emanuele Filippini con il cartello "Io non porto lo sponsor" è stato davvero un piacere.
Chiudiamo con un messaggio ai tifosi materani?
Sono molto contento di vedere nella città di Matera un presidente così appassionato e un allenatore così competente, la piazza è bellissima e merita senza dubbio la serie B. Saluto tutti i tifosi materani che mi sono sempre stati molto vicini, li ringrazio di cuore perchè mi hanno realmente fatto sentire a casa, Matera è stata per me una seconda casa e quando parlo della vostra città ancora mi emoziono a distanza di dieci anni.
Ricambiamo calorosamente il saluto a Fabrizio, approfittandone per fargli un in bocca al lupo per il prosieguo della sua battaglia che ci auguriamo abbia sempre più sostenitori per far sì che il calcio italiano torni ad essere popolato da persone competenti ed appassionate.