Intervista a cura di Nicola Salerno
Giuseppe Leo, difensore di origini salernitane, autentico motorino con tanti chilometri macinati sulla fascia nei suoi sei campionati disputati con la maglia biancazzurra tra il 1991 e il 1999; centoventuno presenze e tre reti il suo personale bottino nelle sei stagioni materane.
A diciotto anni hai esordito tra i professionisti con il Matera di mister Pasquino che in quell'anno era ritornato in Serie C2. Nei tuoi primi due anni nella città dei Sassi hai messo a segno anche due gol, di cui uno nel derby contro l'Altamura; come è andata la prima parte della tua avventura materana?
Partire da ragazzino e trovarmi in prima squadra è stata una cosa bellissima che non mi aspettavo. Mister Pasquino ha sempre creduto in me, mi ha subito preso in simpatia e nonostante io giocassi nella Berretti mi convocava puntualmente in prima squadra. Per me Pasquino è stato uno dei migliori allenatori che abbia avuto il Matera; a livello caratteriale pur con le dovute differenze lo paragono a Mourinho, perchè lui sapeva ottenere il massimo da ognuno di noi. Ad esempio il giocatore più tecnico della squadra era Piero Caputo e con Pasquino ha dato il meglio di sè perchè il mister sapeva fargli tirar fuori la grinta. Purtroppo non c'è più ma lo porterò sempre nel cuore. L'anno successivo, il 1992-93, con Dibenedetto arrivammo terzi, eravamo una gran bella squadra e meritavamo la promozione, che poi arrivò comunque in estate con il ripescaggio in C1. Quell'anno segnai il mio gol più bello contro l'Altamura, presi palla a centrocampo ed avanzai fino a mettere la sfera in rete, era il gol del 2-0 e fu una grande soddisfazione, poi segnare in un derby con lo stadio pieno è sempre molto emozionante. Ma per me personalmente il ricordo più bello è il gol segnato a Lentini contro l'Atletico Leonzio l'anno precedente, era il mio esordio da titolare e lo festeggiai segnando la rete del pareggio con un'azione sulla fascia appena un minuto dopo essere passati in svantaggio.
Dopo un anno in prestito ad Altamura, sei tornato a Matera nel 1994, giocando da titolare nel campionato che terminò con lo spareggio di Foggia perso contro il Savoia. In seguito, dopo un'altra annata tra i professionisti a Rimini, hai calcato nuovamente il terreno di gioco del XXI Settembre con il Materasassi dell'avvocato Ripoli.
Nel 1993 fui ceduto in prestito all'Altamura, disputai un buon campionato e giocai la mia partita più bella in un'amichevole contro il Bari: il diesse dei baresi fu colpito dalla mia prestazione e mi chiese l'anno di nascita, ma quando gli risposi che avevo venti anni mi rispose che ero troppo grande. L'anno successivo tornai a Matera ed anche quell'anno avevamo una squadra fortissima, più forte della Nocerina che arrivò al primo posto, ma cambiammo allenatore per tre volte, ci furono tante vicissitudini societarie e terminammo il campionato in seconda posizione. Ai play-off arrivammo alla finale di Foggia contro il Savoia, e quella partita la ricordo con rammarico perchè oltre alla sconfitta restai in panchina, dopo aver giocato una stagione da titolare rimanere in panchina proprio nella gara in cui ti giochi l'intera stagione è una beffa. Dopo un altro anno a Matera giocai a Rimini, poi a Sapri, ed infine ho di nuovo dato il mio contributo alla causa biancazzurra con il nuovo Materasassi in Eccellenza.
Dopo tanti anni sei ormai un cittadino materano e sei rimasto legato al mondo del calcio con il tuo incarico di allenatore nel settore giovanile del Matheola; ci racconti questa esperienza con i ragazzi?
Leo con la maglia del Materasassi nel 1998-99 |
A Matera ho messo su lavoro e famiglia, ho vissuto più di metà della mia vita dato che sono qui da venticinque anni; mi sono subito ambientato bene sin dall'inizio, è una bellissima città che mi è sempre piaciuta ed anche con i materani mi sono trovato bene. Inizialmente devo dire che ero più io ad apprezzare la città di Matera che non i materani stessi, ad esempio io ammiravo i Sassi mentre i miei coetanei quasi li snobbavano e ciò mi sorprendeva, ora per fortuna credo che tutti i materani abbiano imparato ad apprezzare di più la propria città. Con il Matheola collaboro ormai da una quindicina di anni, ho iniziato con i più piccoli ed ora alleno i Giovanissimi e gli Allievi; è per me una esperienza straordinaria, abbiamo la possibilità e la fortuna di incidere oltre che sull'aspetto puramente tecnico anche e soprattutto sul livello caratteriale. In giro vedo purtroppo tanta antisportività ma per me è fondamentale dare ai ragazzi dei valori importanti; da sette anni vinciamo la coppa Disciplina e per me questa è la vittoria più grande. Quando vedo che i miei ragazzi accettano le decisioni arbitrali, quando ho visto ad esempio un mio giocatore dire all'arbitro che aveva commesso un fallo da rigore, quelli sono i momenti più belli perchè vengono fuori i veri valori dello sport. Caratterialmente con loro sono piuttosto severo, ma se non lo fossi e se gli permettessi di fare tutto ciò che vogliono non gli farei del bene, aiutarli a crescere comporta anche essere un po' "rompiscatole".
Per concludere, volgiamo il nostro sguardo all'attualità; vuoi esprimere un tuo giudizio sul Matera Calcio 2016?
L'anno scorso ho seguito più di persona andando allo stadio, quest'anno sono meno presente ma seguo comunque costantemente le vicende della squadra. L'arrivo di Padalino è stato determinante, con lui è iniziato letteralmente un altro campionato; a livello di gioco guardando anche le avversarie posso dire che il Matera è stata la più forte, peccato per l'inizio che ha pregiudicato il resto della stagione altrimenti il Matera avrebbe tranquillamente potuto vincere il campionato. Peccato anche per le ultime due sconfitte che hanno interrotto la rincorsa ai play-off, ma dopo aver recuperato tanti punti all'inseguimento delle prime c'è sempre il rischio concreto di scoppiare. Tanto di cappello dunque a questa squadra ed al suo allenatore, sono da applausi ed a mio avviso sono stati anche più forti del Matera dello scorso anno. Solo un appunto, e lo dico da addetto ai lavori, mi piacerebbe un maggiore coinvolgimento delle scuole calcio locali, che sono un patrimonio della città, nel settore giovanile biancazzurro.