CICCIO D'ORIANO PER SEMPRE MATERANO. Basta questa frase, in voga tra i tifosi materani negli Anni Ottanta, a descrivere il feeling tra il calciatore di origini friulane e la Città dei Sassi. Un rapporto che è andato oltre il gioco del calcio lasciando intatte a distanza di anni tante amicizie e un legame indissolubile con i tifosi più accesi della gradinata che accomuna D'Oriano a un suo compagno di battaglie sul rettangolo di gioco di nome Franco Mancini.
Cresciuto calcisticamente nel vivaio del Milan, fa il suo esordio con la maglia rossonera l'1/8/1979 in una amichevole contro il Trento a cui seguirà un'altra apparizione, sempre in amichevole, contro il Torretta Santa Caterina. Dalle parti del XXI Settembre, D'Oriano giunge nel 1984 restando in biancazzurro per quattro stagioni consecutive.
Immediatamente, con la famiglia Salerno, il Presidente Franco e i dirigenti Michele e Nicola, nasce un rapporto tale che il calciatore in estate non discuteva nemmeno il contratto perché, come lui stesso ricorda con piacere, "qualsiasi cifra il Senatore volesse darmi per me andava bene perchè era come un padre per me".
In campo Ciccio era uno che dava il massimo, pur essendo un attaccante non rifiutava il lavoro sporco anche se gli è costato qualche gol nelle statistiche individuali.
Anche i ricordi sportivi più tristi fanno parte della storia e sottolineano il legame di D'Oriano con il Matera. Dopo Matera-Vis Pesaro 2-3 che sancisce l'amara retrocessione dalla C2 1986-87, l'attaccante originario di Grado era abbracciato a Franco Salerno in lacrime sotto la statua della Madonna ancora oggi presente negli spogliatoi dello Stadio. Il Presidente piangeva, si era chiuso un grande ciclo e D'Oriano dal canto suo sembrava destinato a tornare dalle sue parti, lo voleva il Treviso. Invece rimase a Matera scendendo di categoria e rifiutando offerte allettanti tra cui quella del Potenza.
Infatti un capitolo a parte della storia di D'Oriano è proprio quello del derby. Per un calciatore qualsiasi i derby sono partite come le altre, per le bandiere rappresentano la lotta per la supremazia nel calcio regionale. Ciccio lo sapeva bene e quando si parla di Matera-Potenza la mente dell'attaccante di origini isontine va subito all'adrenalina che nel suo sangue scorreva come in quello dei tifosi nella settimana prima della gara mentre si preparano coreografie e striscioni. Adrenalina che talvolta gioca strani scherzi. Nel 1987 dopo la rete decisiva segnata da Ferrante contro i rossoblu, D'Oriano va sotto gli Ultras del Potenza e fa un gestaccio. Curioso l'epilogo a fine gara con l'allenatore Di Benedetto:
"Ciccio al ritorno a Potenza non ti ci porto. Quelli ti aspettano per farti la pelle".
"No mister, a Potenza io al ritorno ci vengo e lo rifaccio".
La storia non finisce qui. D'Oriano nel 2003 viene chiamato dal Presidente Ripoli ad allenare il Matera ma per motivi burocratici non può essere lui il mister (mancanza del patentino) e diventa secondo di Franco Danza. Dopo l'esonero di Danza sulla panchina biancazzurra arriva curiosamente un altro ex rossonero Beppe Galluzzo con cui si conoscono dai tempi di Milanello e si scrive un'altra pagina della love story Matera-D'Oriano. All'età di quarantadue anni torna in campo nei minuti finali di un'unica partita, ovviamente contro il Potenza e Ciccio sfiora il gol con un'azione personale sulla fascia, assist e palla al centro che lambisce la traversa e si spegne fuori, ma il boato che accompagna tutta l'azione i tifosi veri, tra cui D'Oriano, non lo dimenticheranno.
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