Intervista a cura di Nicola Salerno
Giuliano Pierobon, stopper romano, giunge a Matera diciannovenne nel 1980, all'indomani della retrocessione dalla serie B. Veste la maglia biancazzurra per quattro stagioni, la prima delle quali in C1, totalizzando 70 presenze e 3 gol.
Che impatto hai avuto con la nostra città e come ti sei trovato a Matera in quei quattro anni?
Sono arrivato giovanissimo a ottobre del 1980, esordendo in C1 a Livorno. Ho avuto allenatori importanti come Rambone, Giannattasio, Chiricallo, e l'esperienza materana mi ha permesso di entrare subito a contatto con il calcio professionistico. Essere poco più che diciottenne e confrontarsi con compagni esperti come Imborgia, Genovese e tanti altri, alcuni dei quali con alle spalle diversi campionati di serie B, è stato per me molto formativo. Sportivamente sono stati anni difficili, la squadra era reduce da una retrocessione e subì una nuova retrocessione in C2, dunque l'ambiente faticò ad adattarsi ad una categoria inferiore dopo aver vissuto i fasti della serie cadetta; furono anni di rivoluzione e rifondazione anche per la squadra, che cambiò radicalmente volto, anni di transizione per il calcio materano e di tentativi di rinascita. Ad ogni modo mi sono trovato molto bene, sia nel rapporto con i compagni, sia con la città; mia moglie è materana quindi ci torno con grande piacere, la città poi è bellissima e negli ultimi tempi ha fatto grandi passi in avanti.
Pierobon in tuffo di testa trafigge il grande Albertosi nella partita tra Matera ed Elpidiense del 1982-83. Clicca qui per guardare la sintesi della partita |
Oltre a Matera, in carriera hai giocato in C1 anche a Fano. Quali sono state per te le esperienze più significative da calciatore?
Dopo aver lasciato Matera ho giocato un anno a Potenza in C2, era l'anno in cui le due lucane giocavano in gironi diversi perchè il Matera era nel girone adriatico mentre il Potenza era in quello meridionale, quindi non affrontai il Matera da ex. Fu un anno molto positivo e disputai un'ottima stagione tanto che fui acquistato dal Fano, dove ho giocato per tre stagioni in C1. A Fano ho trovato un calcio molto diverso da quello a cui ero abituato al Sud; io che avevo giocato negli infuocati campi meridionali, dove spesso c'era un bel comitato di accoglienza ad aspettare le squadre ospiti, mi misurai con un calcio più tecnico, molto seguito anche al centro-nord e con una bella cultura calcistica. Ho giocato in stadi di rango come Parma, Padova, Bergamo, e dunque anche questa è stata una gran bella soddisfazione per me.
Di cosa ti occupi oggi? Hai continuato a restare vicino al mondo del calcio?
Mentre giocavo mi sono diplomato all'ISEF, successivamente ho preso il diploma da fisioterapista e la laurea in osteopatia. Oggi quindi sono sempre a contatto con gli sportivi perchè li curo, conoscendone anche le dinamiche. Ho avuto l'onore di lavorare per sette anni con il professor Mariani a Villa Stuart, ed oggi lavoro in proprio, avendo uno studio a Cerveteri, dove vivo, ed a Roma. Tra un impegno di lavoro e l'altro ho modo di frequentare ancora il mondo del calcio, infatti ho allenato in Promozione ed oggi sempre qui a Cerveteri guido una squadra di Seconda Categoria, dove il capitano è il compagno di una delle mie due figlie; allenare mi piace e ci togliamo anche qualche soddisfazione, visto che in classifica occupiamo la seconda posizione.
Concludiamo con uno sguardo sul Matera di oggi?
Seguo anche se da lontano e indirettamente il Matera, infatti i primi risultati che vedo sono quelli delle mie ex squadre. So che a Matera c'è un bel fermento e che si sta cercando di tornare nelle categorie che più competono alla città. Vi seguo sempre con grande piacere e mi auguro che il Matera riesca a far assaporare ai propri tifosi quei palcoscenici e quei campi che giustamente desiderano tornare a calcare.