Intervista a cura di Nicola Salerno
Nicola Armento, difensore tricaricese classe 1985, giunse al Matera diciannovenne insieme a suo fratello gemello Giancarlo e, dopo tre anni in C2 a Bellaria e Viterbo, tornò nella città dei Sassi nel campionato 2008-09.
Due stagioni difficili, la prima segnata da un cambio societario, squadra rivoluzionata e salvezza conquistata ai play-out, tra l'altro con un tuo gol, e la seconda avviata con grandi ambizioni ma terminata a metà classifica. Ci racconti qualcosa di quei due anni?
Nel 2004-05 i primi due mesi furono molto duri, giocavamo in un girone dove c'erano 15 squadre campane più noi, il Lavello ed il Bojano: a novembre avevamo appena 7 punti in classifica e per me che arrivavo dall'Eccellenza lucana ed avevo diciannove anni l'impatto fu tremendo. Fu molto bravo il mister Chimenti ed i compagni più grandi a darmi una mano, poi a novembre la squadra cambiò radicalmente; del gruppo iniziale restammo solo io, mio fratello Giancarlo e Carlo Montano, ed arrivarono tutti nuovi giocatori. A livello societario i tifosi contribuirono a garantire vitto e alloggio ai calciatori ed entrò in società Nicola Benedetto; da allora in poi la nuova squadra cambiò completamente marcia, da novembre fino a fine stagione il nostro cammino fu secondo solo a quello del Marcianise, che vinse il campionato. Ciò ci consentì di arrivare ai play-out con il vantaggio del ritorno in casa per il miglior piazzamento; nella gara di andata a Caivano segnai il gol del 2-0 e fu una gran bella soddisfazione. Nel 2008-09 si può dire che avvenne il contrario: partimmo troppo forte, battemmo in amichevole il Taranto che giocava in Prima Divisione, iniziammo la stagione a punteggio pieno fino al pareggio interno contro il Fasano, poi arrivò la sconfitta di Francavilla, l'esonero di Corino e non riuscimmo nemmeno a raggiungere i play-off. Sulla carta la squadra era molto forte, ma poi sul campo le cose andarono diversamente, avevamo anche una grande responsabilità che era quella di far tornare tra i professionisti una piazza come Matera che mancava da tanto tempo; per fortuna ci riuscirono l'anno successivo con la vittoria della Coppa Italia. Sono state due annate che, anche se difficili, sono state molto belle, ho conosciuto tanti amici e di Matera ho sempre parlato bene ovunque sono andato in seguito.
In mezzo alle due esperienze in biancazzurro hai giocato per tre anni tra i professionisti, come è andata?
Armento alla sua prima esperienza materana nel 2004 |
L'esperienza della Serie D mi è servita tanto, a Bellaria pur essendo nel girone B della C2 avevamo come avversarie anche squadre del Sud come Cavese, Benevento, e quando andavamo a giocare in certi campi caldi ero già abituato, mentre gli altri compagni come Giaccherini, Juanito Gomez erano tutti ragazzi provenienti dai settori giovanili e non avevano mai affrontato ambienti particolarmente ostili. Di contro avevo l'handicap proprio di non aver fatto il settore giovanile, ma in questo ho avuto la fortuna di avere come allenatore Franco Varrella, che con i giovani era il top, e sono riuscito a recuperare questa mancanza. In tre anni ho totalizzato una sessantina di presenze tra i professionisti, una bella soddisfazione anche questa.
Dopo il 2009 ancora un anno in Serie D a Bitonto e poi i campionati regionali, fino ad arrivare a quest'anno in cui hai iniziato con lo Sporting Matera e poi ti sei trasferito a stagione in corso a Miglionico, dove stai contribuendo peraltro a suon di gol ad una rimonta insperata.
Dopo un anno a Bitonto iniziai a lavorare e così ho continuato a giocare in Eccellenza; due anni fa ero a Tolve, lo scorso anno ad Altamura, quest'anno ho iniziato con lo Sporting Matera ed ora sono a Miglionico. Quando sono arrivato avevamo 5 punti, una squadra giovanissima con tanti ragazzi volenterosi (tutti di Matera e dei comuni vicini) ma che avevano bisogno di qualcuno più grande che li spronasse. Ricordo la prima partita a Brienza, perdemmo 1-0 a pochi minuti dalla fine ed al termine della partita i ragazzi erano quasi contenti di aver perso solo 1-0 contro una squadra che era terza in classifica, non conoscevano il peso della sconfitta; da allora io e i più esperti abbiamo fatto capire ai più giovani che una squadra che lotta non può e non deve essere contenta per una sconfitta, sia pure di misura. Ci siamo risollevati, in panchina c'è Nicola Motta, tecnico vulcanico e molto preparato (tra l'altro anche lui ex calciatore del Matera nel vittorioso campionato di Eccellenza 1999-00) e stiamo compiendo un piccolo miracolo; ora siamo quart'ultimi e possiamo giocarci i play-out in casa, risultato assolutamente non preventivabile qualche mese fa.
In bocca al lupo dunque a te ed al Miglionico Calcio, società che riesce a tener viva nel proprio comune la passione per questo sport che oggi è purtroppo sparito dalla realtà di troppi comuni della nostra provincia e che invece dovrebbe tornare ad essere motivo di aggregazione. Siamo arrivati così al presente, concludiamo con un commento sul Matera 2015-16.
Purtroppo sabato scorso il derby contro il Melfi è andato male, peccato perchè ora è davvero dura riuscire a recuperare il distacco dalla quarta. Sono molto contento per il mio amico Saveriano Infantino che è di Tolve ma io gli dico sempre scherzosamente che la sua fortuna è l'essere nato a Tricarico; si è inserito alla grande in squadra a metà stagione e sta facendo molto bene, considerando che non è mai facile far bene a casa propria, nella propria terra, dove le aspettative sono ancora maggiori. La squadra ha comunque disputato un ottimo campionato, dopo la partenza negativa ha ingranato ed ha giocato allo stesso livello delle grandi del girone; in ogni caso possiamo affermare senza dubbio che il bilancio di questi due anni di Lega Pro è largamente positivo.