Intervista a cura di Nicola Salerno
Mario Zurlini, libero classe 1942, nativo di Parma, allenatore/giocatore del Matera dal 1975 al 1977. Insieme a Rambone, Chiricallo, Veneranda, Giannattasio, costituisce uno dei diversi esempi di calciatori con un brillante passato calcistico che a Matera terminarono la loro carriera iniziando una nuova carriera da allenatori; oggi, dopo aver guidato numerose squadre, l'ultima delle quali nel 2000, è tornato a vivere nella sua Parma.
Mario, sei stato per tanti anni titolare fisso della difesa del Napoli (ricordiamo una delle migliori difese di sempre del club partenopeo con Dino Zoff tra i pali, Monticolo, Ripari, Pogliana, Zurlini, Panzanato e Bianchi). Dopo una lunga militanza nel Napoli sei arrivato a Matera nel 1975; come è stato il passaggio da una grande città e una grande realtà calcistica ad un centro di provincia?
A Napoli ho giocato per oltre dieci anni, poi nel 1974 sono stato vittima di un grave incidente stradale di ritorno da una trasferta, dove ci furono anche due morti. Quando ho ricominciato a giocare fui chiamato dal senatore Salerno a Matera e sono stato molto fortunato; era una città che non conoscevo ma mi ha accolto subito nella maniera giusta. Ho ripreso a giocare e il Matera mi ha aiutato a ricostruire il morale che era andato a pezzi dopo quel terribile incidente. Ho trovato davvero un bell'ambiente, una società eccezionale ed ottimi giocatori.
Nei due anni materani sei stato giocatore e allenatore contemporaneamente, che tipo di esperienza è stata?
Inizialmente non è stato facile adattarmi al nuovo ruolo, prima dovevo solo giocare a calcio, poi invece dovevo imparare anche a gestire una rosa di 20 calciatori cercando di non scontentare nessuno. Tuttavia abbiamo raggiunto subito i nostri obiettivi: infatti dopo la retrocessione in serie D avvenuta l'anno precedente il campionato era assolutamente da vincere, e il senatore Salerno ci teneva particolarmente anche perchè a fine stagione ci sarebbero state le elezioni. La squadra era un bel gruppo di ragazzi davvero eccezionali: Picat Re, Casiraghi, Chimenti che in quei due anni fece tonnellate di gol, un carattere pazzerello ma un grande attaccante. Vincemmo subito il campionato come da programmi e l'anno successivo disputammo una buona stagione in serie C.
Il gruppo formatosi nel 1975-76, dopo la retrocessione dell'anno precedente, costituì lo zoccolo duro di un ciclo vincente, quello che nel giro di quattro anni avrebbe portato il Matera in serie B.
E' vero, quel gruppo con pochi innesti avrebbe raggiunto la B dopo qualche anno. Dibenedetto che diventò l'allenatore dopo di me, fu il mio vice in quei due anni, anzi ufficialmente era lui l'allenatore in quanto ero calciatore e non avevo ancora il patentino per poter allenare. Anche lui una persona eccezionale e un grande amico.
Sabato prossimo il calendario del campionato di Lega Pro mette di fronte Matera e Benevento, due club che hai guidato; peraltro nel nostro girone vi sono altre piazze che conosci come Castellammare di Stabia, Caserta, Catania. Segui il calcio anche oggi e che ricordo hai delle città dove hai allenato?
In verità seguo poco il calcio odierno, dopo tanti anni l'ho messo da parte, ho giocato un po' a tennis e sono diventato maestro di tennis. La mia carriera si è svolta quasi interamente al Sud, infatti a parte due anni da calciatore ai miei esordi a Parma in serie B poi ho sempre girato nelle piazze del Meridione, al Sud sono nati i miei figli, insomma il Sud è stato il mio mondo. Oltre a Matera dove sono stato benissimo, ho vissuto due anni molto belli anche a Torre Annunziata, e poi a Catania, sponda Atletico Catania, dove anche lì abbiamo vinto un campionato. In generale sono stato sempre molto bene e ovunque sono stato accolto molto bene, ho bei ricordi di tutti i posti dove ho lavorato.