Duecentonovantaquattro presenze con la maglia biancazzurra sono veri e propri numeri da record per Diego Giannattasio, il secondo calciatore con più presenze in campionato nel Matera dopo Claudio Gambini.
Giannattasio insieme a Nicola Chiricallo |
La piazza d’onore in questa importante graduatoria rappresenta perfettamente l’apporto che l’ex centrocampista classe 1945 ha dato al club, si pensi alle promozioni in Serie C e in Serie B, a cui si aggiungono tre anni da allenatore nella dura C2 degli anni ottanta.
L’atleta originario di Teramo giunse alla corte del Presidente Salerno nel 1965 dopo la trafila nelle giovanili del Bari. L’inizio della sua carriera al «XXI Settembre» coincise con l’apertura dell’incredibile ciclo del “Matera dei miracoli” che porterà la squadra ai massimi livelli di sempre. Solo due anni dopo il suo arrivo infatti, conquistò la Serie C dopo una stagione esaltante che vide i biancoazzurri avere la meglio nel testa a testa con il Savoia. Giunto a Matera come mezzala, nella città dei Sassi fu trasformato in stopper, ed ebbe dunque un ruolo decisivo nella difesa granitica della squadra guidata da Salar; negli anni successivi tornò a centrocampo dove fu schierato prevalentemente come mediano.
Dopo le parentesi di Brindisi, Avellino, Bari e Lecce, Giannattasio ritornò alla base nel 1977, giusto in tempo per contribuire alla storica promozione in Serie B. In occasione della prossima gara di campionato tra Matera e Brindisi, abbiamo fatto una chiacchierata con lui essendo un ex di lusso di entrambi i club.
Diego, dieci campionati da calciatore tre da allenatore con il Matera, quali sono i ricordi più belli della tua lunga esperienza materana?
Scambio di gagliardetti con il capitano del Bari Punziano in Matera-Bari del 1979-80 |
«Quando sono arrivato a Matera avevo appena 20 anni; infatti da Teramo mi ero trasferito a Bari, dove giocai con le giovanili, e nel 1965 venni chiamato dal Matera neopromosso in serie D. Ho vissuto a Matera quei sei bellissimi anni della mia giovinezza dal 1965 al 1971; con quella squadra antesignana ed alle prime armi ci salvammo all'ultima giornata il primo anno in serie D e dopo due anni, con Ruggero Salar allenatore, riuscimmo a vincere un campionato terribile dove c'erano ben 14 squadre campane tra cui il Savoia, che lottò con noi per la promozione in C fino all'ultimo. L'altro ricordo bellissimo è il ritorno a Matera nel 1977; quell'anno c'era la ristrutturazione dei campionati e riuscimmo ad accedere alla nuova serie C1. L'anno successivo, nonostante la cessione di alcuni pezzi pregiati, vincemmo il campionato portando una piccola città come Matera in serie B. Dopo aver vissuto tanti anni nella città dei Sassi ed aver messo su famiglia posso dire che sono davvero un materano di adozione.»
Il destino del Matera negli anni settanta si incrociò spesso con quello del Brindisi. Infatti sono diversi i giocatori che i presidenti delle società Salerno e Fanuzzi si scambiarono a seconda delle esigenze delle rispettive squadre. Giannattasio, Busilacchi, Boccolini, Mayer, Coppola, Codraro, Michesi, Zurlini, Carella e De Canio furono tra i protagonisti dei movimenti di mercato tra i due club in quegli anni.
Domenica prossima è in programma Matera-Brindisi, due piazze per te speciali. Come vivi questa sfida?
«Sono molto legato ad entrambe le città dove ho ottenuto grandissime soddisfazioni. Passai nel 1971 al Brindisi ed anche lì c'era un grande presidente, Franco Fanuzzi, peraltro molto amico del senatore Salerno; fui ceduto ai pugliesi in cambio di Boccolini, Codraro ed un conguaglio, e ricordo che il presidente Salerno insistette con Fanuzzi dicendogli che se voleva vincere il campionato doveva prendere me. Effettivamente disputammo un grande campionato e fummo promossi in serie B con Luis Vinicio allenatore. In entrambe le piazze ho grandi ricordi e provo un grande affetto per entrambe.»
Giannattasio allenatore del Matera nel 1983 |
Matera fu anche il trampolino di lancio per una carriera da allenatore ricca di soddisfazioni. In qualità di tecnico, dopo aver guidato il club biancoazzurro in tre onorevoli campionati di C2, Giannattasio passò in vari club pugliesi prima del salto alla Primavera del Perugia.
Da allenatore hai lavorato anche con i giovani, vincendo due scudetti Primavera con il Perugia nel 1996 e 1997. Perché oggi il calcio italiano trascura i vivai?
«Da allenatore iniziai in serie C allenando, dopo Matera, ad Altamura, Trani, Molfetta. Quando arrivai alla corte di Gaucci al Perugia non avevo mai allenato prima una squadra Primavera; portai la mia esperienza e la mia organizzazione di allenatore di serie C e fu una scelta vincente. Con quella squadra, da cui sono poi usciti fior di giocatori come Storari, Gattuso, Baiocco e molti altri, vincemmo due scudetti ed abbiamo il record di tre finali consecutive, la prima delle quali persa contro la Lazio di Nesta e Di Vaio; una grandissima soddisfazione professionale. Il calcio italiano oggi certamente trascura troppo i vivai; mentre in Europa un giovane bravo a 17-18 anni riesce già a trovare spazio in prima squadra, in Italia lo mandano a giocare in altre categorie. Purtroppo si punta troppo spesso ai grandi nomi e questo non giova alla crescita dei giovani, tranne in alcune realtà virtuose come ad esempio l'Atalanta o l'Udinese ed ultimamente anche la Roma.»
Giannattasio premiato prima del match contro il Pisa nel 1978-79 per le 260 presenze con la maglia del Matera, all'epoca record assoluto. Solo in seguito, due campionati dopo, Gambini superò quella soglia. |
Per concludere, conosci il nostro sito MateraCalcioStory? Vuoi mandare un messaggio agli sportivi materani?
«Ho già visitato il vostro sito con grande piacere nel rivedere fotografie e nomi di vecchi amici e compagni di squadra. All'ambiente materano nel suo complesso vorrei dire che per vincere non è sufficiente soltanto spendere soldi ma occorre un grande gruppo che sappia superare tutti i momenti di difficoltà e sappia restare unito. Per essere vincenti è importante seguire con coerenza un progetto e saper dare fiducia a giocatori ed allenatore anche nei momenti di difficoltà, che sono immancabili anche negli anni migliori. Se tutte le componenti (società, staff tecnico e tifoseria) riescono ad essere compatte ed unite verso l'obiettivo si possono raggiungere grandi traguardi. Saluto tutti gli sportivi materani con un grande in bocca al lupo e sempre FORZA MATERA!»
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