Franco Mancini calciatore, allenatore, tifoso e batterista. I tanti amici di Matera lo ricordano così e probabilmente le parole di questa pagina della hall of fame sono già molto note ai lettori biancazzurri e non solo.
Nasce calcisticamente nel vecchio campo in terra del rione «Bottiglione», nei pressi di un noto panificio dove poco dopo comincia a lavorare. Da piccolo si trova più a suo agio in attacco ma il fratello Vito intravede in lui le doti da estremo difensore e così Franco si sposta tra i pali dove fa ancora sfoggio di una certa abilità di palleggio, tanto da essere definito anche da professionista un portiere "coi piedi buoni".
Il nostro video in ricordo di Franco |
Nella stagione 1985-86 (fino ad allora era stato presenza fissa tra i tifosi più accesi) entra nella rosa della prima squadra del Matera, in un primo momento come "dodicesimo" dietro Gigi Mattarollo. Presto però diviene titolare e colleziona ventitre presenze subendo solo diciassette reti. Un grande risultato per un portiere esordiente che si mette subito in mostra per l'agilità e l'efficacia dei suoi interventi.
Disputa un altro campionato di C2 nella sua città e si trasferisce. Il resto è storia nota: il Foggia della miracolosa scalata alla Serie A e di "Zemanlandia", la Lazio, il Bari, il Napoli, il Pisa e le altre piazze dove lascia un ottimo ricordo tecnico e umano. Non è un caso se proprio Zdenek Zeman lo chiama con lui a Foggia e Pescara nella veste di preparatore dei portieri, incarico che ha ricoperto fino alla sua prematura scomparsa.
Oltre a un centro sportivo nel suo quartiere, la città di Matera e i tifosi gli dedicano una scuola calcio, una strofa dell'inno della squadra (è l'unico insieme al Presidente Salerno) e un intero settore dello Stadio.
È storia recente l'amicizia nata tra i tifosi del Matera e quelli del Foggia in occasione dell'intitolazione della Gradinata del «XXI Settembre-Franco Salerno» e della Curva Nord dello «Zaccheria» all'ex numero uno; dal 2013 inoltre le due tifoserie organizzate si incontrano annualmente (il primo anno a Foggia, l'anno seguente a Matera) per disputare un torneo di calcio a 5 denominato "In onore di Franco Mancini".
Un aneddoto su Mancini riguarda il suo rapporto con l'allenatore dei portieri (e a sua volta ex estremo difensore del Matera) Vincenzo Antezza. L'episodio risale ai tempi delle giovanili. Queste le parole del tecnico: «La prima volta che lo vidi mi dissero che era una testa calda e che mi avrebbe creato qualche problema. In realtà lo incontravo quotidianamente perché giocava sia con i suoi coetanei che con i più grandi e l'unica volta che lo ripresi fu perché si accese una sigaretta nel pullmino al rientro da una trasferta. Non ricordo chi e per quale ragione mi mise in guardia da lui, era ed è sempre rimasto anche in seguito un ragazzo fantastico».
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