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L'esultanza di Alvaro Zian dopo il gol |
A cura di Ettore Camarda, fotografie di Sandro Veglia
Il Catania – prossimo avversario del Matera nel 24º turno di Lega Pro – è tradizionalmente una bestia nera per i biancazzurri. Dei tredici precedenti fin qui disputati soltanto una volta la vittoria ha arriso al Matera, e precisamente vent’anni fa, nel febbraio del 1997, in Serie C/2. Era la domenica 23, quando in Italia le notizie del momento erano due: da un lato la rielezione di Massimo D’Alema, non ancora in preda all’incubo-rottamazione, a segretario del PDS; dall’altro, la vittoria a Sanremo – evviva! – degli ineffabili Jalisse, che presto invece sarebbero stati rottamati eccome.
La vittoria dei biancazzurri, in pericolante situazione di classifica, fu sonante: 5-1, risultato ancora più considerevole se si pensa che il Catania, da poco orfano del presidente Massimino (morto tragicamente un anno prima), navigava invece nelle zone alte e a fine campionato si sarebbe piazzato quarto. Una vittoria che risarciva il Matera degli scontri immediatamente precedenti, risalenti alla fine degli anni ’70, su cui vale la pena soffermarci per qualche riga.
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Stagione 1977-78: pacifica invasione di campo delle due tifoserie a fine partita |
L’11 giugno 1978 frotte di tifosi, tra cui molti catanesi giunti con tanto di striscioni e bandiere, assistettero a Matera alla gara chiusasi 1-0 per il Catania, gara che regalò agli etnei il primo posto in classifica (ex aequo con la Nocerina, con successivo spareggio per la promozione in B vinto dai molossi) e comunque spalancò ai padroni di casa le porte della C/1, grazie al nono posto finale in classifica, e della cavalcata trionfale verso la Serie B avvenuta nella stagione seguente. A fine partita, dati i presupposti, ebbe luogo una pacifica invasione di campo per festeggiare tutti i ventidue protagonisti.
Invece l’anno successivo, il 15 gennaio ’79, al XXI Settembre si giocò una partita vibrante in cui il Matera, avanti 2-0 con reti di Raffaele e Picat Re, si fece raggiungere sul 2-2 e protestò con veemenza nei confronti dell’autoritario arbitro Filippi di Pavia, reo di aver convalidato a torto il gol del pareggio e di non aver concesso al Matera un paio di rigori. Una tensione malcelata che sfociò in un tentativo sventato di invasione di campo: «dal lato delle gradinate la folla comincia a premere su un cancello. Lo richiudono in tempo gli stessi giocatori materani, poi arrivano agenti e carabinieri» (così Franco Di Pierro nel suo resoconto sulla Gazzetta del Mezzogiorno, il giorno dopo). Clicca qui per guardare il video della partita Matera-Catania del campionato 1978-79
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I tifosi catanesi posizionati in curva nord |
Ebbene, per ironia della sorte i tumulti dagli spalti furono anche protagonisti tutt’altro che secondari del 5-1 di quel 23 febbraio 1997. Agli oltre cinquecento tifosi etnei che occuparono quasi in tutta la sua larghezza la curva nord non andava a genio che i propri giocatori cedessero sul campo in modo così eclatante e rinunciatario, e la loro protesta sfociò in atti di grave intemperanza. Rileggiamo i fatti nel racconto di Franco Toritto, sulle pagine lucane della Gazzetta del Mezzogiorno di lunedì 24: sul 4-1 «il gioco sta per riprendersi nel cerchio di centrocampo. Non si fa in tempo a iniziare che un giovane catanese, seguito da qualche altro, si avventa sul pallone spedendolo lontano. La polizia lo allontana. Quasi al termine della partita, bersagliato da continui lanci di arance, Bruno [il portiere del Matera, n.d.a.] richiama l’attenzione dell’arbitro. La gara rimane ferma per otto minuti». Oltre agli agrumi, in campo piovvero anche sassi e accendini. Ma non era ancora finita. Prosegue Toritto: «dopo la partita, nel rione Piccianello, la “guerriglia” riprende. Da alcuni furgoni in cui erano stipati i tifosi ospiti ha avuto inizio una sassaiola volante che ha danneggiato le auto [nove in totale, n.d.a.] posteggiate nella zona». Bilancio: 24 tifosi fermati, portati in questura e denunciati; un milione e ottocentomila lire di multa al Catania per responsabilità oggettiva.
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Il tecnico del Matera Pasquale Picci, e alle sue spalle il segretario Salvatore Giase |
Sul campo la vittoria del Matera fu come detto sonante e netta, e non lasciava margini di recriminazione agli etnei, ma la partita per un tempo fu tutt’altro che squilibrata, con gol venuti più che altro da episodi isolati, e per giunta si svolse in un clima tutt’altro che disteso sugli spalti. Da una parte la curva ospite ricolma di tifosi venuti da Catania, dall’altra la gradinata materana con ampi vuoti dovuti a uno sciopero del tifo organizzato, che intendeva così protestare per i risultati deludenti ottenuti dai biancazzurri nelle settimane precedenti. Per di più – segno tangibile dell’alta tensione – lo storico striscione dei Viking non fu issato sulla solita ringhiera, mentre quello dei Pessimi Elementi fu appeso sì, ma al contrario. In questo grigio contesto si affrontarono Matera e Catania, in equilibrio nel primo tempo prima che i biancazzurri salissero in cattedra nel secondo, conquistando a suon di gol quegli applausi che il suo pubblico non era inizialmente disposto a concedere.
E ora via alla cronaca della partita, rigorosamente al presente, per rituffarci tutti nel passato in modo più efficace. Vantaggio del Matera al primo vero affondo (18’): corner di Alvaro Zian, a centro area va a vuoto Toledo, ma a rimorchio si avventa sul pallone Nicola Basile che segna a porta praticamente sguarnita. Al 30’ il pareggio del Catania, determinato dai due ex materani in campo: Cicchetti viene atterrato in area e Antonino Pannitteri trasforma il rigore mettendo palla da una parte e Bruno dall’altra. Alla mezz’ora il risultato è ancora specchio fedele dell’andamento della gara, giocata tutto sommato al piccolo trotto.
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Il materano Tagliente controlla l'ex Pannitteri |
Gli equilibri si rompono definitivamente e irrimediabilmente allo scadere esatto del primo tempo, allorché Lo Polito si inserisce in uno scambio corto tra Di Dio e D’Aviri nei pressi dell’area di rigore del Catania e insacca di destro nel sette alla destra di Fimiani, portiere di scuola Roma con qualche esperienza in Serie A alle spalle. Al rientro dalla pausa il Matera ha il controllo assoluto del campo, e ne fa altri tre riscuotendo gli applausi dei suoi tifosi a scapito della tranquillità di quelli catanesi. Il gol del 3-1 è davvero molto bello e ben costruito: Roberto Genco ruba palla a centrocampo, vede Zian ma non può servirlo perché è in fuorigioco, quindi con grande freddezza e intelligenza apre per Mazzoni, che si porta sulla linea di fondo e mette in mezzo; Fimiani si allunga ma non ci arriva, la palla lo scavalca e giunge a Bruno Incarbona (figliol prodigo tornato a casa), che è solo e può mettere dentro indisturbato. Siamo al 54’. Due minuti dopo Esposito recupera palla sulla sua trequarti e dà l’avvio a un contropiede travolgente finalizzato da Zian, a rete dopo un bel dribbling che lascia sul posto Cicchetti. Con questo gran gol Alvaro Zian si congeda di fatto dal pubblico di casa: pochi giorni dopo, infatti, giovedì 27, sarà ceduto al Taranto, dopo 50 partite e 17 gol in due stagioni con la casacca biancazzurra, e dopo una trattativa che comunque si trascinava da diversi giorni.
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Gioco fermo per lancio di oggetti |
Ma torniamo alla partita. Siamo sul 4-1, e qui iniziano le proteste dei tifosi etnei di cui già si è detto; aggiungiamo qui che anche alcuni tifosi materani, vista l’invasione dei tifosi avversari, scavalcano le recinzioni per entrare in campo, salvo essere rispediti nei distinti dagli stessi calciatori di casa (in primis dal portiere Antonio Bruno) e dalla polizia. Poi all’80’ giunge il gol di Genco, che dopo uno scambio con Parisi arrotonda il risultato e determina il lancio di frutta e oggetti con susseguente sospensione della gara. Tornata la calma, all’arbitro Campofiorito non resta che far disputare gli ultimi accademici minuti per ratificare la regolarità di una partita il cui risultato a favore del Matera è a questo punto ampiamente legittimato.
Chiusa la cronaca, “torniamo al passato” con un rapido commento retroattivo. Pesante risultò la sconfitta per il Catania, che da un annetto viveva una fase di assestamento societario dopo la tragica morte di Massimino (ma la famiglia del presidentissimo rimaneva sempre al timone della società) e stava disputando un buonissimo campionato (nonostante l’1-5 restava comunque in piena zona playoff, a 33 punti).
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Esposito imposta un'azione per i padroni di casa |
Per il Matera del duo Tafuni-Grande e del presidente onorario Porcari si trattò invece di una buona boccata di ossigeno: con quella vittoria i biancazzurri si trascinavano fuori dalle acque pericolose della zona playout innalzandosi al 13º posto con 27 punti. A fine campionato sarebbe arrivata la salvezza sul campo, poi però trasformata in una grande beffa ad agosto: retrocessione tra i dilettanti per inadempienze economiche della società, con vani tentativi di coinvolgere forze economiche fresche e raggiungere il miliardo di lire richiesto per l’iscrizione al campionato (si rimase fermi a settecento milioni scarsi). Da quella caduta sarebbe partita tutta un’altra storia, fatta di alti e bassi, cambi di nome e cambi di dirigenza (persino con un tentativo di azionariato popolare), fino al rilancio in Lega Pro negli ultimi anni, inseguendo l’obiettivo di non farsi rottamare come i Jalisse di vent’anni prima.
A conclusione della nostra cronaca dal passato, ecco il tabellino dettagliato della gara Matera-Catania, giocata al XXI Settembre domenica 23 febbraio 1997, ore 15, e valevole per il campionato di Serie C/2, Girone C (23ª giornata).
MATERA-CATANIA 5-1 (2-1)
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Incarbona festeggia la rete del 3-1 |
MATERA: Bruno; Tafuni, Esposito; Toledo, Basile, Tagliente (77’ Licata); Lo Polito, Bitetto (46’ Genco), Mazzoni, Incarbona, Zian (70’ Parisi) [a disp.: Cofano, Lauriola, La Torre, Bellacicco] – All.: Pasquale Picci.
CATANIA: Fimiani; Cicchetti, Di Dio (59’ D’Isidoro); Brutto, Pizzimenti, Ricca (46’ Intrieri); Russo, Ferrier (60’ Pellegrino), Pannitteri, D’Aviri, Faieta [a disp.: Giorgianni, Sparti, Marino] – All.: Giovanni Mei.
ARBITRO: Campofiorito (Chiavari).
MARCATORI: 18’ Basile, 30’ rigore Pannitteri, 45’ Lo Polito, 54’ Incarbona, 56’ Zian, 80’ Genco.
NOTE: spettatori 1500 circa; angoli 3-3; ammoniti Lo Polito, Bitetto, Basile, Intrieri e Bruno. Partita sospesa all’80’ per lancio di oggetti in campo, poi dopo otto minuti regolarmente ripresa e portata a termine.
Clicca qui per guardare il video della partita sul nostro canale YouTube
POST SCRIPTUM. Mentre si giocava Matera-Catania, a poche decine di metri dallo stadio XXI Settembre si spegneva Emanuele Pizzilli, uomo di grande cultura e pari signorilità, una vita dedicata alla scuola (docente, preside) e al giornalismo (dagli anni ’50 corrispondente del «Tempo», poi della «Gazzetta dello Sport» oltre che redattore di testate locali). Nel corso della partita, tra gol e tumulti dei tifosi, chi era al lavoro in tribuna stampa non poté non soffermarsi, di tanto in tanto, su quella sedia rimasta vuota.
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Stagione 1977-78: corteo dei tifosi catanesi nei pressi dello stadio |
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Alcuni dei protagonisti del match: da sinistra Basile, Incarbona, Lo Polito e Toledo |
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Biglietto di ingresso della partita: si noti l'errata dicitura "Atletico Catania", che in realtà all'epoca era l'altro club della città etnea militante in serie C1 |
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Fasi di gioco della gara: in azione nell'ordine Incarbona, Lo Polito e Zian |
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Alcuni momenti dell'invasione di campo che ha portato alla temporanea sospensione dell'incontro |